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Uno dei giocatori più carismatici ad aver militato in Serie A è sicuramente Marco Borriello, l’attaccante che in vent’anni di attività ha siglato ben 96 reti nel massimo campionato italiano. Il giocatore però viene ricordato soprattutto per il suo essere un “latin lover” fuori dal rettangolo di gioco, fattore che spesso gli si è ritorto contro nonostante abbia lasciato un buon ricordo in qualsiasi squadra in cui ha militato. L’ex-bomber infatti era una punta capace di tenere sulle spalle il peso dell’intero reparto offensivo poiché possedeva un’ottima tecnica, buona coordinazione e grande senso del gol. In quest’articolo racconteremo quindi la storia di Borriello, il “bello” del calcio.

Marco Borriello
Marco Borriello. Fonte: giornale on line Calcioweb.eu

– L’incipit

Marco Borriello nasce a Napoli il 18 giugno 1982 e cresce nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, nella zona orientale, dove inizia anche a calcare i campi di calcio. All’età di quattordici anni viene acquistato dal Milan che lo fa crescere nel suo settore giovanile per poi fargli girare l’Italia in prestito. La prima esperienza fuori dai cancelli milanesi inizia nel 1999: il Treviso acquista metà cartellino dell’attaccante in comproprietà con i rosso-neri ma il napoletano giocherà solamente in Primavera senza aggregarsi mai alla prima squadra. Nel 2002 il giocatore effettua il passaggio alla Triestina dove, nel campionato di C2 poi vinto, troverà il suo primo gol tra i professionisti per poi ritornare a Treviso al termine della stagione.

Viene riscattato dal Milan che lo fa esordire sia in Coppa Italia che in Champions League ma, a causa della folta concorrenza, a fine stagione dovrà cederlo ancora in prestito. Tra il 2003 e il 2007 Borriello vestirà le maglia di diverse squadre: Empoli (dove segnerà il suo primo gol in Serie A), Milan, Reggina, Sampdoria e Treviso siglando complessivamente solo quattordici reti senza lasciare mai del tutto il segno.

La svolta nella carriera del giocatore napoletano avviene nell’estate del 2007 quando il Genoa lo acquista in comproprietà con i rosso-neri: in Liguria l’attaccante segna ben 19 gol in campionato e dà un grande contributo alla salvezza del “Grifone” guadagnandosi anche la chiamata in nazionale. È il momento topico della carriera dell’attaccante: viene riscattato ancora una volta dal Milan che questa volta gli dà però l’occasione di giocare con continuità.

Marco Borriello al Milan
Borriello al Milan. Fonte: flickr.com, Autore: Ronnie Macdonald [CC BY 2.0]

– Marco Borriello, il Milan e la girandola dei prestiti

Purtroppo, la stagione successiva (2008/09) l’attaccante la passerà più in infermeria che in campo: otto presenze e due reti il suo magro bottino con il “Milan stellare” composto da giocatori del calibro di Kaká, Pirlo, Shevchenko e Beckham. Dopo il calvario di infortuni Borriello riesce a tornare stabilmente in campo nel 2009 e metterà a segno 15 gol (di cui uno in Champions League) in 36 presenze risultando, a fine stagione, il miglior marcatore della squadra milanese a pari merito con Ronaldinho.

In estate il napoletano viene ceduto alla Roma (usando la formula del prestito gratuito con obbligo di riscatto) e resterà nella Capitale per due anni, dal 2010 al 2012. Con la squadra capitolina Borriello non riesce a confermarsi (solo undici gol messi a segno) e decide di trasferirsi in prestito alla Juventus nel gennaio 2012.

A Torino esordisce il 15 gennaio subentrando a Mirko Vucinic e segna il primo gol dopo aver sostituito Alessandro Matri contro il Cesena ma il rapporto con il tifo bianconero non decolla mai e l’attaccante è oggetto di diverse contestazioni che lo convincono a tornare con i giallo-rossi per poi trasferirsi di nuovo in prestito al Genoa. L’aria di Genova fa ancora bene al giocatore che, nella stagione 2012/13, mette infatti a segno dodici reti in 28 presenze totali con la squadra rosso-blu. Successivamente l’attaccante torna a Roma per disputare la stagione 2013/14 e, il 31 ottobre 2013, realizza il gol con cui la Roma batte il Chievo raggiungendo quota dieci vittorie nelle prime dieci partite di Serie A, un record.

– L’esperienza inglese e la rinascita col Cagliari 

Il 25 gennaio 2014 Borriello approda (ancora una volta in prestito) al West Ham dando il via ad un’esperienza che si rivelerà ben presto negativa e si concluderà con appena due presenze e tanta delusione. La punta torna ancora a Roma dove non gioca nemmeno una partita per poi vestire, tra il gennaio 2015 e il gennaio 2016, tre maglie: Genoa, Carpi e Atalanta e svincolarsi al termine della stagione 2015/16 nonostante abbia all’attivo quattro gol con i bergamaschi. Tutto lascia presagire ad un finale di carriera ma non è così: nell’agosto 2016 il napoletano viene acquistato dal Cagliari e vive una seconda giovinezza.

Il contratto col Cagliari è annuale e prevede un bonus di 50.000 euro per ogni gol segnato più un altro anno di contratto al raggiungimento della salvezza. Inaspettatamente l’attaccante riesce a concludere la stagione con 20 gol all’attivo (record personale) e, nonostante la salvezza raggiunta, si trasferisce alla SPAL. Con gli emiliani il bomber non riesce ad incidere: segnerà solamente un gol che, però, sarà molto importante: la rete messa a segno il 27 agosto 2017 gli permette di eguagliare il record di Nicola Amoruso ovvero segnare con dodici compagini diverse nel massimo campionato italiano.

Marco Borriello alla SPAL insieme ad Antenucci, Mora e Paloschi
Marco Borriello alla SPAL insieme ad Antenucci, Mora e Paloschi. Autore: rapallo80 [CC BY-SA 4.0]

– La nuova vita a Ibiza

Vista l’ultima annata, Borriello decide di rescindere il contratto con la società ferrarese ed il 30 agosto 2018 si trasferisce all’Union Ibiza, militante nella Segunda Division spagnola. In Spagna gioca solo sette partite e la sua avventura da calciatore si concluderà il 30 gennaio 2019 quando annuncerà ufficialmente il ritiro dal calcio giocato. Oggi l’ex attaccante è il Direttore Sportivo e secondo allenatore della squadra dell’isola spagnola.

È vero, Marco Borriello non sarà stato l’archetipo del giocatore continuo ed è noto ai più soprattutto per le vicende extracalcistiche ma nonostante tutto è sicuramente uno degli attaccanti più sottovalutati del calcio italiano negli ultimi vent’anni. La punta ha girato l’Italia a suon di gol riuscendo a farsi amare da tutte le tifoserie delle squadre dove ha militato segnando gol in acrobazie da capogiro e la sua è una bacheca di tutto rispetto: due Champions League, tre scudetti ed una Coppa Italia. Complimenti a te, bomber!