Per parlare della biografia di Fabio Quagliarella, non si inizia, come capita per altri calciatori, da dove è nato e dove è cresciuto ma dal motivo per cui è un calciatore stimato da tutti pur non avendo mai vinto alcuna coppa europea: per la sua capacità di segnare goal impossibili che valgono da soli il prezzo del biglietto. La dimostrazione della bontà di questa affermazione è data dal premio di gol più bello della Serie A, vinto dall’attaccante nel 2008-09.
Dopo questa doverosa premessa possiamo iniziare con il racconto della vita di un attaccante prolifico, dalla grande intelligenza tattica e dalla tecnica finissima: Fabio Quagliarella, anche detto “Mister Impossible“.
– Il preludio
Fabio Quagliarella nasce a Castellammare di Stabia il 31 gennaio del 1983. Napoletano e tifoso del Napoli, inizia fin da piccolo la gavetta che lo porterà nel calcio che conta: da adolescente, infatti, si trasferisce a Torino per entrare a far parte delle giovanili granata esordendo in Serie A a soli 17 anni nel 2000.
Nonostante il preludio sia dei migliori i primi tempi sono davvero difficili. Le qualità dello stabiese non emergono subito e, infatti, nel 2002 passa prima in prestito alla Florencia Viola (l’attuale Fiorentina) in Serie C2 per poi, a metà stagione, essere restituito al Torino che a sua volta gira di nuovo in prestito il giocatore, questa volta al Chieti dove segna due reti in dieci incontri.
Nella stagione successiva (quella del 2003-2004) il giocatore comincia a far emergere le sue qualità gonfiando la rete per ben 17 volte in 32 partite, sempre con il Chieti. Il Torino fiuta le potenzialità di Quagliarella e lo aggrega alla squadra che vincerà la Serie B affidandogli addirittura la maglia da titolare.
L’attaccante ricambia l’investimento fatto segnando sette gol nel corso della stagione 2004/05 ma il Torino fallisce e si ritrova senza squadra. Rimasta svincolata, la punta viene acquistata dall’Udinese e prestata all’Ascoli per l’anno calcistico 2005-06. L’esperienza nelle Marche è un chiaro-scuro: l’attaccante gioca sì titolare ma non incide più di tanto e retrocede insieme alla compagine.
– La prima volta di Fabio Quagliarella alla Sampdoria e la consacrazione con l’Udinese
Dopo l’annata infausta, Quagliarella passa alla Sampdoria dove trova poco minutaggio a causa dell’attacco titolare composto da Flachi e Bazzani. La svolta arrivo però quando il primo viene squalificato per scommesse e l’ex attaccante dell’Arezzo ha continui problemi fisici: è qui che Quagliarella mostra tutto il suo repertorio.
Il centravanti comincia a fare goal ai limiti dell’impossibile, ad esempio un pallonetto da centrocampo (con Bazzani che dirà in maniera ironica: “Questo è pazzo”), goal in rovesciata, tiri all’incrocio e chi più ne ha più ne metta.A fine campionato Quagliarella appare sul tabellino marcatori per un totale di tredici reti convincendo l’Udinese a riprenderlo sborsando sette milioni e trecentomila euro.
L’inizio di stagione è stentato poiché gioca sulla destra del tridente e, in seguito allo spostamento in posizione centrale, con l’aiuto di Di Natale e compagni, giunge a quota dodici marcature nella stagione 2007-08. In quella seguente ne fa tredici, tra cui uno al Napoli, sua futura squadra. Anche all’Udinese Quagliarella ha dimostrato di essere l’uomo dai gol impossibili oltre che spettacolari.
– La parentesi campana
Traversa contro il Livorno da centrocampo, così si presenta alla sua prima al San Paolo (oggi stadio Diego Armando Maradona) Fabio Quagliarella. Non gioca benissimo (tanto che resterà a secco per diverse partite) e la sua stagione è altalenante ma comunque segna undici reti in 34 partite raggiungendo il sesto posto (che vuol dire Europa League) con gli azzurri ed ottenendo il posto di vice-capocannoniere alle spalle di Marek Hamsik.
Passa, poi, alla Juventus non senza polemiche. I tifosi pensano sia un tradimento ma la verità verrà fuori diversi anni dopo: viene perseguitato da un poliziotto che per cinque anni finge di aiutarlo ma in realtà lo accusa in forma anonima di cose gravissime, come aver partecipato a festini con la camorra. Alla fine la vicenda avrà il suo lieto fine, tutte le accuse infamanti si rivelano false e Quagliarella può riabilitare il proprio nome da persona per bene qual è oltre che alla reputazione visto che si viene anche a sapere che la cessione alla Juventus è avvenuta contro la sua volontà proprio a causa dei fatti previa citati.
– Fabio Quagliarella e gli anni alla Juventus
I primi tempi alla Juventus nell’era post Calciopoli sono i più difficili ma, dopo qualche scetticismo iniziale e a seguito di buone prestazioni, viene non solo coccolato dai tifosi ma anche apprezzato dalla dirigenza che lo riscatta completamente dal Napoli.
Il 6 gennaio 2011, inoltre, si infortuna al legamento crociato anteriore destro rimediando uno stop di sei mesi ed la conseguente fine della stagione. Stagione che si rivelerà agro-dolce in quanto a fine anno vincerà il suo primo Scudetto con la squadra piemontese.
L’anno successivo Quagliarella si ripete vincendo ancora lo Scudetto con la Juve di Conte oltre che la Supercoppa Italiana e debuttando anche in Champions League nel settembre dello stesso anno. La stagione 2012, l’ultima dello stabiese a Torino, è quella della consacrazione: il giocatore si fregia di una tripletta segnata ai danni del Pescara, vince il suo terzo campionato di fila più un’altra Supercoppa Italiana prima di fare ritorno ai colori granata del Torino.
Curiosità: in quattro campionati in bianco-nero l’attaccante non arriva mai in doppia cifra fermandosi a nove reti per ben due volte.
– A volte ritornano
“A volte ritornano” potrebbe essere la frase che più di tutte caratterizza la carriera di Quagliarella come dimostrato dal suo ritorno al Torino con il quale vive un rapporto di alti e bassi durato un anno e mezzo. Dicevamo alti e bassi, ora vi spieghiamo il perché: il primo anno fila tutto liscio con tredici marcature in 34 apparizioni condite da prestazioni sfavillanti. Il pomo della discordia perviene però quando il giocatore comincia a non esultare contro le sue ex-squadre (ad esempio dopo il gol alla Juve che fa vincere il derby ai granata dopo anni oppure la tripletta alla Sampdoria) e i tifosi granata non la prendono benissimo.
Oltre ai fatti descritti, la coppia Belotti-Immobile reclama spazio per cui la scelta migliore convenuta dalla punta è fare un altro ritorno, questa volta alla Sampdoria.
– L’amore tra Fabio Quagliarella e la Sampdoria
Quagliarella viene ufficializzato dalla Sampdoria a febbraio 2016 ed i primi sei mesi sono praticamente di riambientamento. L’anno successivo sigla l’attaccante torna a sfornare reti raggiungendo quota dodici in campionato insieme al traguardo dei 100 goal in Serie A. Passato il buio periodo personale con la fine della vicenda stalking, la testa del bomber è sgombra dai pensieri e, dopo una grande stagione, arriva anche il giusto tributo: il campano diviene capitano dei blucerchiati, onore che lui ricambia sul campo senza proclami (in pieno stile Quagliarella) facendo addirittura 19 gol nel 2018.
Ma è nella stagione 2018-19 che Fabio Quagliarella supera ogni suo record personale: ritornano in maniera regolare i gol “impossibili”, i gol da “Mister Impossible“, come i due di tacco (uno di essi, realizzato contro il Napoli, ottiene la candidatura al FIFA Puskas Award) e segna per ben undici partite consecutive, agguantando il record di un certo Batistuta. Come è ovvio che sia, dopo una stagione passata da capocannoniere con 26 gol davanti a Cristiano Ronaldo, viene eletto migliore attaccante del massimo campionato italiano.
L’anno successivo la punta si conferma in doppia cifra con tredici reti (l’ultima segnata alla trentottesima di campionato, nel giorno delle sue 500 presenze in Serie A) ed allontana gli spettri di una partenza con destinazione Torino (sponda Juventus) giurando fedeltà alla Sampdoria. Nell’agosto 2021 Fabio Quagliarella raggiunge quota cento reti con la maglia della Sampdoria ovviamente segnando di tacco e confezionando l’ennesimo gol impossibile.
– La Nazionale
Fabio Quagliarella fa il suo esordio in Nazionale nel 2007 e viene convocato per l’Europeo del 2008, finito al secondo posto, ottenendo anche una presenza. Viene convocato anche nel 2010 ai Mondiali in Sudafrica ed è praticamente l’unico a salvarsi nella compagine azzurra segnando un bel gol, tanto per cambiare, in una partita amara per gli azzurri: sconfitta 3 a 2 contro la Slovacchia ed eliminazione del torneo ai gironi da campioni del Mondo in carica.
Il bomber viene convocato anche dai CT successivi: Cesare Prandelli, Antonio Conte e Roberto Mancini. Proprio grazie all’ex-tecnico dell’Inter diventa il calciatore più anziano a segnare con la maglia azzurra all’età di 36 anni.
Questa era la storia di Fabio Quagliarella, il bomber campano dai gol impossibili al punto da poter essere definito “Mister Impossible” e che ha vinto diversi titoli italiani. Se ti è piaciuto il racconto ti consigliamo di visitare supernapoli.it, sito dedicato agli sportivi campani il cui staff ci ha aiutato nella redazione di quest’articolo.