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È risaputo, il maggior punto di forza della Juventus è la difesa. Nonostante i bianco-neri dominino il massimo campionato italiano da circa nove anni ci si dimentica spesso dell’apporto fondamentale dato dalla “BBC”, la celebre linea difensiva composta da Bonucci, Chiellini e Barzagli. Quest’ultimo è sempre stato il meno appariscente del pacchetto difensivo ma anche quello più duttile e affidabile: il difensore associava alla forza fisica una buona velocità e un ottimo senso della posizione. In quest’articolo parleremo della storia di Andrea Barzagli: il leader silenzioso.

Barzagli in chiusura su Drogba
Barzagli in chiusura su Drogba. Fonte: flickr.com, Autore: l3o_ [CC BY-NC-SA 2.0]

– La gavetta e la svolta di Allegri

Andrea Barzagli nasce a Fiesole, in Toscana, l’8 maggio del 1981 e muove i primi passi nel mondo del calcio con la Cattolica Virtus, una società fiorentina. In seguito passerà alla Rondinella dove, nel 1998, esordirà nel campionato dilettanti.

La stagione successiva (2000/2001) il giocatore viene mandato in prestito alla Pistoiese per fare un po’ di esperienza e gavetta. Nella nuova squadra il toscano trova come compagno di squadra un ragazzo che, qualche anno più tardi, diventerà suo allenatore: Massimiliano Allegri. Quest’incontro è fondamentale per Barzagli: Mister Bepi Pillon lo schiera inizialmente come centrocampista ma è proprio Allegri a suggerire di arretrare Andrea di qualche metro dando così inizio alla carriera di uno dei migliori difensori italiani di sempre.

Dopo solo cinque partite disputate viene richiamato dalla squadra di appartenenza in Serie C2 e l’anno successivo si trasferisce all’Ascoli dove conquista la promozione in B per poi venire acquistato dal Piacenza che lo lascia in prestito nelle Marche per un’altra annata.

– La A con Chievo e Palermo e la dolce Germania

Dopo due anni di militanza con l’Ascoli, Barzagli viene acquistato dal Chievo Verona che lo fa esordire in Serie A il 31 agosto 2003. Nel campionato con i “Mussi volanti” disputa in totale 29 partite  mettendo a segno anche tre reti e nell’estate viene acquistato dal Palermo. Il difensore rimane in Sicilia per quattro stagioni divenendo il capitano dei rosa-nero e, assieme a Franco Brienza, il calciatore con più presenze europee dei palermitani. Le ottime prestazioni in maglia rosa-nero gli valgono la chiamata di Lippi nella nazionale che si laureerà campione del mondo a Berlino nel luglio 2006.

Oltre al mondiale vinto, la Germania sarà una tappa essenziale per la carriera del toscano: nell’estate del 2008, infatti, si trasferisce al Wolfsburg per la cifra di undici milioni di euro. In Germania Barzagli verrà allenato da Felix Magath, altra figura cardine nello sviluppo (soprattutto mentale) del calciatore:

Lì (in Germania [n.d.r]) trovai un allenatore, un certo Felix Magath, che ha stravolto completamente la mia mentalità. Ogni volta che mi lamentavo mi diceva: “Sai perché non ti alleni bene? Perché non credi in quello che fai”. Io in effetti in allenamento davo il 70, l’80% e non prendevo mai la palla… Lì è cambiato il mio modo di allenarmi. Da allora do sempre il 100%”.

Andrea Barzagli

Con i tedeschi il difensore vincerà la Bundesliga ed avrà l’occasione per esordire in Champions League chiudendo la stagione con un gol all’attivo oltre alle 24 presenze in campionato, due in Champions e tre in Europa League. Il gennaio successivo, dopo altre 17 partite giocate, viene ceduto alla Juventus.

Andrea Barzagli in contrasto con Xabi Alonso
Andrea Barzagli in contrasto con Xabi Alonso. Fonte: football.ua, Autore: Станислав Ведмидь [CC BY-SA 3.0]

– La storia con la Juventus

La campagna acquisti della Juventus nel 2011 vede approdare a Torino lo stesso fiorentino in compagnia di Alessandro Matri e Mirko Vucinic. Il duro lavoro ripaga sempre e Barzagli diventerà ben presto un punto fermo della rinascita del club post Calciopoli formando con Bonucci, Chiellini e Buffon una delle difese più forti della storia del calcio italiano. Nei suoi otto anni di Juventus vincerà otto scudetti consecutivi (tre con Conte e cinque con il vecchio amico Allegri, suo compagno nell’esperienza da giocatore della Pistoiese). Negli anni torinesi il difensore diventa un vero e proprio leader oltre che una leggenda del club arrivando ad indossare (nella stagione 2017/18) la prestigiosa fascia da capitano, appartenuta a personaggi leggendari come Del Piero e Buffon.

L’ultimo anno è caratterizzato da numerosi infortuni che lo fanno scivolare indietro nelle gerarchie difensive e lo portano ad annunciare l’addio al calcio il 13 aprile 2019 e giocare la sua ultima partita il 19 maggio 2019 contro l’Atalanta. Con l’ultimo trionfo in campionato diventa, insieme a Giorgio Chiellini, l’unico ottocampione d’Italia del ciclo bianconero iniziato nel 2010. Nonostante i tanti titoli vinti il toscano ha solo un rimpianto: le due finali di Champions League perse con Barcellona e Real Madrid. Aver vinto il titolo europeo sarebbe stato il vero e proprio coronamento di una carriera fatta di dedizione e duro lavoro oltre che una pagina storica per la Juventus.

– Post addio

In seguito al ritiro l’ex-giocatore consegue il patentino di allenatore base (UEFA B) a Coverciano ed entra a far parte dello staff tecnico juventino guidato da Maurizio Sarri per poi lasciare il ruolo il 14 maggio 2020 in seguito ad un ripensamento per ragioni familiari.

Ci sono alcuni che diventano grandi con il sacrificio, anche se tra i grandi non mi ci metto: ma da giocatore medio sono diventato un giocatore di questa Juve. […] Il mondo Juve è lavoro: la verità è che qui ci si allena di più.

Andrea Barzagli

In definitiva, Andrea Barzagli è stato un vero e proprio leader silenzioso distintosi anche per le caratteristiche comportamentali, il ché fa di lui un grande professionista.