Quando sono lì, in campo, il gol non è né un pensiero leggero, né un’ossessione: semplicemente, è il mio mestiere.
Con questa frase Diego Alberto Milito descriveva il suo rapporto col gol. L’argentino era un realizzatore implacabile dotato di ottima tecnica individuale ed una grande agilità come mostrato dalle tante reti fatte nel corso della carriera durante la quale è sempre stato accompagnato dal soprannome “El Principe“. Andiamo a raccontare la carriera di un attaccante leggendario che ha fatto sognare migliaia di appassionati.
– Etimologia di un soprannome leggendario
Milito nasce a Bernal, in Argentina, il 12 giugno 1979 da genitori calabresi emigrati in sud America nel 1950. Insieme a suo fratello Gabriel sogna di diventare, un giorno, giocatore professionista e da bambino s’innamora di Enzo Francescoli, giocatore del River Plate con un passato in Italia, chiamato “El Principe” a causa della sua eleganza nel giocare. Destino vuole che quel soprannome sarà poi assegnato anche a Diego data la somiglianza con il connazionale e lo stile di gioco simile.
– Dall’Argentina a Genova
Nel 1999, a venti anni, Diego Milito fa il suo esordio con il Racing Avellaneda dove resta per cinque anni e totalizza 34 reti in 137 presenze oltre a vincere il torneo di Apertura nel 2001. Le ottime prestazioni ed i gol dell’argentino attirano l’attenzione del Genoa che lo acquista nel gennaio del 2004. Con i rossoblu l’attaccante disputa due campionati di Serie B dove mette a segno dodici gol in venti presenze nella prima stagione e ventuno reti in trentanove presenze nella seconda. Al termine della stagione 2004/05 il Genoa retrocede in Serie C1 e Milito viene girato in prestito biennale al Real Saragozza ma la sua esperienza in Liguria è tutt’altro che finita.
– L’esplosione in Spagna ed il ritorno in Liguria
A Saragozza l’argentino ritrova il fratello come compagno di squadra e si consacra definitivamente: in 108 presenze mette a segno 53 reti trascinando la squadra al sesto posto nella stagione 2006/07 ed in finale di Coppa del Re dopo aver eliminato compagini del calibro di Barcellona e Real Madrid. Nel 2007 gli spagnoli acquistano l’intero cartellino dell’argentino dal Genoa ma, al termine della stagione, il club retrocederà.
Nell’estate 2008 Milito torna così al Genoa dove segna 24 reti in 31 partite di campionato tra cui anche una tripletta alla Sampdoria nel “Derby della Lanterna” il 3 maggio 2009. Poche settimane dopo gli storici tre gol il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, annuncia la cessione dell’argentino all’Inter di Josè Mourinho. L’argentino arriva a Milano per sostituire il partente Zlatan Ibrahimovic, è la vera e propria svolta per la punta arrivata ormai alla soglia dei trent’anni.
– Diego Milito, l’Inter e la sfida con il fratello
Diego Milito veste la casacca nero-azzurra dal 2009 al 2014 e dà un’apporto fondamentale ad un’impresa storica: la manita. In totale l’argentino segna 75 gol in 171 presenze di cui alcuni che restano scolpiti nella storia del club milanese e nella mente di tutti i tifosi interisti. L’attaccante sarà infatti decisivo in tutte le principali competizioni: nella stagione 2009/10, la sua prima in nerazzurro, segnerà 22 reti in campionato, due in Coppa Italia (tra cui il gol della vittoria in finale contro la Roma) e sei in Champions League di cui due nella leggendaria finale di Madrid contro il Bayern Monaco che porterà solo il suo nome sul tabellino.
Il cammino dell’Inter in Champions League sarà un vero e proprio sali-scendi di emozioni: gol all’ultimo minuto (come con la Dinamo Kiev), remuntade e sfide tra fratelli. Diego infatti avrà anche l’occasione di sfidare e di eliminare alle semifinali il fratello Gabriel, militante nel Barcellona, siglando il gol del 3-1 all’andata.
– L’incoronazione nella notte di Madrid: Da Principe a Re
Il 22 maggio 2010, nella finale europea contro il Bayern Monaco, Diego Milito decide di caricarsi la squadra sulle spalle mettendo a segno due reti alla squadra tedesca. In quei due gol c’è tutto il repertorio dell’attaccante: la velocità, la rapidità nell’inserimento, la freddezza nel concludere e la destrezza nel dribbling con la memorabile finta caratteristica su Van Buyten.
La notte di Madrid vede l’incoronazione a Re del “Principe”: l’Inter torna a vincere la coppa continentale dopo quarantacinque anni e, per la prima volta, una squadra italiana conquista il triplete. Qualche mese dopo i nero-azzurri si laureeranno anche campioni del mondo battendo il Mazembe per 3-0. Nonostante la stagione pazzesca l’argentino non viene inserito nei 23 candidati al pallone d’oro, un vero e proprio scandalo.
– L’addio all’Inter ed il ritorno a casa
Le stagioni successive a Milano non saranno molto entusiasmanti e solamente nella stagione 2011/12 l’argentino raggiungerà la doppia cifra in campionato (24 gol). Nonostante ciò, l’attaccante continua ad essere decisivo nei match importanti: il 6 maggio 2012 mette a segno un’altra tripletta, questa volta ai cugini milanisti nel “Derby della Madonnina”, superando così Ronaldo nella classifica all-time dei bomber interisti. La doppietta nella vittoria esterna allo Juventus Stadium il 31 ottobre 2012 è l’ultimo acuto della sua esperienza interista che si appresta sempre più al termine.
Il 14 febbraio 2013, contro il Cluj, Diego Milito subisce una doppia lesione al legamento crociato anteriore e al collaterale esterno e sarà costretto a rimanere fuori dal rettangolo verde fino al settembre successivo. Il 18 maggio 2014 saluta il popolo interista per tornare in Argentina e concludere la carriera dove tutto è iniziato. Tornato al Racing Avellaneda, l’argentino riesce a vincere il titolo nazionale e, al termine della stagione, dichiara di voler continuare a giocare fino al termine della Coppa Libertadores del 2016. Il 21 maggio 2016 disputa la sua ultima partita trasformando un calcio di rigore e dando così un finale degno alla storia del principe del gol.
– Nazionale
L’attaccante viene convocato per la prima volta con la nazionale argentina il 31 gennaio 2013, data in cui mette a segno anche la prima rete con la Seleccion. Nonostante ciò l’amore tra l’argentino e la sua nazionale non è mai sbocciato: viene convocato sporadicamente e trova poco spazio con nessuno dei commissari tecnici.
– Vita extracalcistica
Nell’estate del 2016 l’argentino rifiuta l’invito di Gianni Infantino ad entrare nella Federcalcio argentina e decide di dedicarsi alla famiglia. L’anno seguente rappresenta l’Inter in qualità di tour ambassador in occasione della tournée in Cina dei nerazzurri, diventa segretario tecnico del Racing e, nel settembre 2017, fonda la Fundaciòn Diego Milito che punta a sostenere l’attività sportiva dei più giovani. La fondazione si prefigge l’obiettivo di portare avanti progetti in ambito solidale: parlare ai giovani, ascoltarli e di creare vere e proprie infrastrutture in ambito sportivo. La carriera dell’argentino è sicuramente una delle più romantiche: un giocatore sottovalutato che si è preso tutto quello che meritava a suon di gol e impegno oltre a confermarsi un principe anche fuori dal campo.